Sono sempre stata affascinata dagli esperimenti di economia comportamentale e quando ero una matricola partecipavo a quelli organizzati dalla mia facoltà per arrotondare con i compensi, che spesso erano il risultato delle decisioni prese all’interno dell’esperimento o frutto di un’assegnazione casuale ad opera del computer. Al di là dei soldi, che costituivano frequentemente una piccola cifra, ci rimanevo proprio male se non riuscivo a capire la logica che sottostava alle sperimentazioni, perché mi sentivo presa in giro, stile “gioco delle tre campanelle”. Lo scopo dei test era quello di confermare o smentire le teorie che spiegano i comportamenti dei singoli individui o della collettività in un contesto economico specifico. 9 volte su 10 gli intenti non erano dichiarati e alla fine venivano enunciati i risultati: il comportamento ottimizzante che ognuno si sarebbe aspettato da sé stesso e dagli altri veniva clamorosamente e regolarmente smentito. Questo perché, nonostante i nostri tentativi di essere persone razionali, la componente emotiva è sempre presente. Detto ciò, sono stata molto entusiasta di sapere che il Nobel per l’Economia 2017 è stato assegnato a Richard Thaler, economista comportamentale e creatore della teoria del “nudge”, che si potrebbe tradurre con “pungolo” o meglio ancora “spinta gentile”. Su cosa si basa questa teoria? Sulla prevedibilità dei comportamenti irrazionali e sulla possibilità per i decisori economici di costruire, o meglio architettare, un sistema di scelte per i singoli individui, in molto tale che loro stessi siano “spinti gentilmente” a scegliere ciò che massimizza il loro benessere. Naturalmente se noi sapessimo queste cose a priori, potremmo boicottare l’efficacia di quanto costruito su alcuni assunti di base: la razionalità perfetta non esiste nell’essere umano, anche solo confrontare centinaia di opzioni secondo tre o quattro parametri potrebbe richiedere un tempo enorme senza portare al risultato ottimo; l’uomo è impaziente e incapace di assegnare una probabilità statisticamente corretta agli eventi; siamo “miopi” e incapaci di prendere la decisione che massimizza il benessere collettivo anche quando questo coincide con il nostro.
In che cosa consiste la teoria di Richard Thaler? Forse non è esattamente il “canone Rai in bolletta” come ho sentito dire alla radio. Ma il libro “Nudge. La spinta gentile. La nuova strategia per migliorare le nostre decisioni su denaro, salute, felicità” edito in Italia da Feltrinelli nel 2009 e scritto a quattro mani da Thaler e Cass Sunstein, ci aiuta a fare un po’ di chiarezza. Il paternalismo libertario, perché è di questo che si parla, lo possiamo trovare nelle scelte di default: “il Tfr ai fondi di previdenza complementare” (secondo l’intenzione del nostro legislatore) rappresenta un esempio di pungolo, infatti dal 2007 chi viene assunto ha sei mesi di tempo per scegliere se tenere il Tfr in azienda o conferirlo in un fondo pensione complementare; se non esprime una preferenza, esso verrà automaticamente destinato ad un fondo con il meccanismo del silenzio – assenso. Questo perché si considera un lavoratore medio incapace di risparmiare pro futuro e una rendita derivante dal Tfr potrebbe compensare una diminuzione delle pensioni pubbliche.
Altri esempi di “nudge” sono un numero finito di opzioni anche quando potrebbero essere infinite (es. scegli di donare 2 o 5 €, decidi di versare ad un determinato fondo l’1 o il 2% della retribuzione) oppure il calcolo del costo/beneficio della scelta che viene esplicitato (gli scenari esplicitati nell’acquisto di alcuni prodotti finanziari, cosa succede se compro un certo titolo e il tasso di interesse sale di x o scende di y?) ecc. In Inghilterra, addirittura, esiste un organismo pubblico, detto Behavioural Insight Team, o Nudge Unit, che si dedica all’architettura delle scelte di economia sociale e studia come far raggiungere livelli di benessere maggiore alla popolazione inglese su base volontaria. L’economia comportamentale è quindi la nuova frontiera della politica economica e l’ultimo Nobel evidenzia l’importanza di questa tematica.