Ogni mese riuscite a risparmiare una piccola somma grazie al Kakebo oppure la nonna sgancia regolarmente la mancia sulla base dei vostri brillanti risultati scolastici o accademici? Le somme risparmiate non sono particolarmente ingenti, ma se sosteranno un secondo di più sulla vostra prepagata rischiano di trasformarsi in spritz alla velocità del suono ed è un peccato. Potreste scegliere di investirle in un PAC, un piano di accumulo del capitale ossia una serie di prelievi programmati dal vostro conto corrente, che potrà avere la frequenza e l’importo che più vi aggrada per acquistare quote di fondi di investimento scelti da voi in fase di sottoscrizione. Avere un PAC è molto semplice, basta rivolgersi alla propria banca di fiducia (credo che ormai tutti gli istituti offrano questo strumento finanziario). Quali sono i vantaggi di questo tipo di investimento?

– non servono grandi somme per poter iniziare ad investire. Alcuni PAC permettono di partire da 25€ al mese;

-l’acquisto ripetuto nel tempo di piccole quote permette di smorzare il rischio rispetto all’acquisto una tantum (questo è vero sia in caso di andamento positivo che negativo dei mercati)

-la sottoscrizione di quote di fondi diminuisce il rischio rispetto all’acquisto di singoli strumenti finanziari (azioni, obbligazioni e derivati ecc..) e permette di accedere ad opportunità che singolarmente non si avrebbero (es. soglia minima di sottoscrizione molto alta);

– il PAC è molto flessibile: col tempo si possono variare gli importi dei prelievi, la frequenza e i fondi di investimento (all’interno della stessa formula) in cui vengono versate le quote. In caso di necessità si possono sospendere o revocare i prelievi e vendere le quote già sottoscritte.

– i fondi di investimento permettono l’immediato reinvestimento delle plusvalenze semplicemente mantenendo le quote investite;

– i PAC permettono di creare dei gruzzoli per spese più o meno previste del futuro.

Bisogna prestare attenzione ad alcune cose però:

– quando si vende il tempismo è fondamentale, la fretta di liquidare i propri investimenti potrebbe portare a notevoli perdite, poiché il capitale in nessun caso viene garantito;

– alcune banche fanno pagare dei costi per l’addebito automatico delle quote in conto corrente, soprattutto se non sono prodotti trattati direttamente da loro;

– il valore delle quote è al netto delle commissioni di gestione del fondo (a volte ci sono anche delle commissioni in ingresso e in uscita) – quindi nonostante “non si vedano” quest’ultime vengono calcolate;

– i prezzi delle quote sono a lordo delle ritenute che vengono operate dai gestori del fondo nella misura del 26% sull’eventuale guadagno derivante dalla vendita delle stesse.

Riassumendo i PAC sono molto comodi per l’accumulo di piccoli/medi capitali (ma anche grandi, perché no) che non sono destinati a spese di vitale importanza, per la presenza di rischio finanziario seppur ridotto rispetto ad altri tipi di investimento. Eventualmente vi consiglierei di valutarne l’acquisto per una percentuale limitata del proprio reddito affiancandolo ad altri strumenti di risparmio (polizze assicurative, conti deposito, ecc.).