Tante persone scrivono blog al giorno d’oggi e gli articoli sono più o meno curati; dopo aver scoperto che ci sono delle mamme che si fanno pagare per consigliare dei prodotti ad altre mamme (a volte validi, a volte no, ma lascio a voi dare delle opinioni in merito), mi si è aperto un mondo però che non conoscevo. Nella mia mente il blogger non corrispondeva ad un lavoro, al massimo ad una passione… Come si fa a trasformare un hobby in una fonte di reddito? Non è così semplice e non tutti ce la fanno: soprattutto non stiamo parlando di una cosa automatica. Ho cercato di documentarmi un po’, di aggiornarmi, di stare al passo con i tempi ed ecco cos’ho scoperto…

Blog

Un salto nel possibile business dei blog:

1. Aprire un blog: bisogna valutare attentamente gli argomenti da trattare, se scriviamo qualcosa ad un pubblico, dobbiamo essere relativamente esperti o comunque certi che le cose che stiamo dicendo siano corrette. Ci vuole tempo da dedicare, non possiamo aprire un blog e scrivere raramente o a singhiozzo. I follower potrebbero abbandonarci per qualcuno più assiduo. Qui scatta inoltre il concetto di costo-opportunità, se lavoriamo ad un blog, in quel lasso di tempo non potremmo dedicarci ad altro probabilmente e questo deve essere tenuto conto nel calcolo di un ipotetico profitto. Non bisogna dimenticarsi dei costi per la creazione e il mantenimento del blog: WordPress ci viene incontro dando la possibilità di creare una pagina gratuitamente (con l’indirizzo nome-che-vuoi.wordpress.com).

2. Scrivere: proprietà di linguaggio, stile, capacità di sintesi, contenuti accattivanti, argomenti di attualità …ecco qualche ingrediente per una ricetta di successo. È importante rispettare sempre i diritti di autore, se si riporta qualcosa è meglio dare gli estremi della citazione, bruciarsi tutti gli eventuali guadagni in qualche causa per violazione del copyright, non mi sembra una buona idea.

3. Passare parola: una volta creato il blog bisogna diffondere il verbo – genitori, nonni, zii, cugini, tutti devono leggere i nostri post. I social network fanno la parte del leone qui.

4. Curare la SEO: search engine optimization (che non è il CEO, chief executive officer ovvero l’amministratore delegato, io sono old school e conoscevo solo quello), la strategia di posizionamento all’interno dei motori di ricerca che tiene conto della qualità dei contenuti, della costruzione del sito, dei link che portano al blog, delle parole chiave che compaiono nei testi ecc. Qui si parla già di strategie di marketing non banali, ci sono professionisti che curano questo aspetto e studiano come aumentare l’interesse del pubblico verso il nostro sito, propongono strategie per aumentarne la fidelizzazione e migliorare la qualità intrinseca e percepita dei contenuti. Naturalmente bisogna valutare il ritorno di questo tipo di investimento.

5. Monetizzare: una volta che il blog è ben rodato (ci vuole tempo, pazienza e lavoro sodo), ci sono diversi strumenti di marketing che permettono di tradurre i nostri sforzi in soldi, alcuni diretti (l’elenco non ha la pretesa di essere esaustivo):

– affiliazione: promozione di prodotti all’interno di alcuni post con link che rimanda al sito del venditore;

– banner: messaggi pubblicitari a striscia posti solitamente all’inizio di una pagina web, contengono link a siti che vendono prodotti e che remunerano il sito ospitante in base ai click. Versione molto in voga adesso: Google Adsense: applicazione di Google che permette di scegliere quali annunci inserire nel proprio sito;

– infoprodotti o e-book: prodotti digitali che risolvono il problema degli utenti del sito, hanno bassi costi marginali, es. i video di Koh I Noor che spiegano l’utilizzo della loro cancelleria (pennarelli Tombow ecc.)

Altri indiretti, ad esempio l’inbound marketing – un nuovo concetto di marketing che si basa sulla formulazione di contenuti interessanti e utili, volti a fidelizzare gli utenti, che possono diventare potenziali acquirenti dei prodotti/servizi venduti da chi gestisce il blog.

6. Incrociare le dita e guadagnare – o almeno speriamo!

Detto questo, credo che il lavoro del blogger si alimenti di un insieme di fattori, tra cui la fortuna, la perspicacia, la perseveranza e la voglia di crescere anche economicamente. L’elenco è un modo sintetico, forse un po’ riduttivo di parlarne, tuttavia chissà che qualcuno non ci trovi l’ispirazione per partire con un nuovo blog.